finestrine di natale: 18 dicembre, -7

Apro un’altra finestrina.

18 dicembre:
è la fine del mondo che conosciamo (e mi sento bene) –
It’s the end of the world as we know it (and I feel fine).

I Buoni (con la maiuscola, ovviamente…) stanno andando sotto.
Dopo aver cavalcato la tigre per anni, fatto i forcaioli nè più nè meno dei disprezzati legaioli (ma, ovviamente… con più stile, per carità), inquinato i cervelli con l’elogio della galera e della condanna, adesso tocca ai Buoni assaggiare le prelibatezze del sole a scacchi.

Già quando erano il Partito Degli Sbirri (Pds…), i Buoni avevano avuto episodi simili – annegati nel dimenticatoio di fronte al crollo rovinoso degli Altri. Adesso che gli altri sono talmente spudorati che le bricioline non gli bastano, e puntano ai ponti sullo stretto o alle tav, è toccato ai Buoni a quanto pare ingozzarsi di nascosto. Si sprecano in questi giorni i paralleli giornalistici col Psi di Craxi, cominciato come partito che a differenza del monolitico Pci, dava retta ad ogni voce (compresi i Br, i movimenti più o meno radicali ecc.) e finito come partito che a furia di ascoltare tutti, si è trasformato in un comitato d’affari in cui tutti si sono ritagliati la loro parte di guadagno più o meno illegale.

Non è sembrato vero, ai Buoni, che tutta questa fuffa di arraffoni venisse spazzata via da manette e sentenze – loro non c’erano mai riusciti. E infatti continuano a non saperlo fare, a farsi mettere sotto dagli altri, a mancare di spina dorsale.

E’ l’ambiente perfetto, per far prosperare gli arraffoni.
Basta con questa storia dei Buoni: non siete altro che dei brancolatori nel buio, in balìa del rispetto per le manette che voi stessi avete distillato, in balia del vuoto pneumatico che avete spacciato per idee – pur di contrastare chi le idee ce le aveva, ma non sottostava ai vostri perenni tentativi di controllo.

Apriamo la finestra, volate fuori dalla mia vita.

finestrine di natale: 17 dicembre, -8

A grande richiesta, divulghiamo il contenuto delle mie finestrine di natale.
Come qualcuno ha già capito, non si tratta di pastorelli e angioletti, ma di altre amenità che mi svolazzano in testa in questo ameno periodo…

17 dicembre:
Il musicista contabile

C’è uno che suona la chitarra (o il basso, le tastiere, o i giradischi, o quello che volete…).
Però invece di suonare, passa i pomeriggi in internet – di solito su myspace. Fa un sacco il figo, ha le foto sue accanto ai meglio personaggi della musica che suona. Riempie di mail munnezza i responsabili dei locali, anche quelli dove già sa che suonano altri, magari meglio e da più tempo di lui. Si inventa di essere un grande, perchè ha vinto premi in concorsi in cui hanno partecipato lui e suo cuggino, e pochi di più.

Uno così.

Fa il figo perchè il suo amico che scrive sulla tale rivista musicale (o lavora nella tal radio, tv, portale web ecc.) parla di lui nelle recensioni, non sapendo meno di un cazzo sulla musica che il musicista contabile dice di portare in giro, ma conoscendo il suddetto da anni – di solito dai tempi delle medie. E ovviamente queste recensioni dicono che il musicista contabile è un grande, un mito, un nome – forse perchè è l’unico nome che il giornalista musicale conosce.

Perchè uno così incrocia la mia strada?
Io non sono una celebrità – è vero, con gli anni ho costruito rapporti con posti seri, locali importanti, ho fatto serate con numeri di affluenza abbastanza clamorosi… Diciamo che me li sono sudati tutti, però. Su di me nessun giornalista compiacente ha mai scritto articoli. E di solito foto coi personaggi importanti non ne faccio. Non me ne frega niente, penso come i Tre allegri ragazzi morti che il ricordo valga più dell’immagine.

Tanti auguri, apro la finestra:  scompari dalla mia vita.